The Lamplighters: I guardiani del faro

The Lamplighters: I guardiani del faro

Ogni tanto capita fra le mani un libro che senti di dover leggere immediatamente. Sarà perché i fari possiedono un fascino intrinseco che li rende irresistibili, sarà perché sono circondati da un’atmosfera lovecraftiana, sarà perché considero “A Plague of Lighthouse Keepers” dei Van der Graaf Generator uno dei pezzi musicali migliori in assoluto, ma quando ho letto le prime recensioni di The Lamplighters (I Guardiani del Faro) di Emma Stonex ho capito che era un libro che dovevo leggere immediatamente.

I guardiani del faro è il primo romanzo di Emma Stonex, o per le meno il primo firmato con il suo vero nome. Pare abbia già pubblicato sotto pseudonimo e solo con questo libro abbia scelto di usare il proprio nome.

La storia è ispirata a un fatto realmente accaduto ai primi del ‘900, quando i guardiani di un faro scozzese svanirono misteriosamente, lasciando dietro di loro la tavola apparecchiata per il pranzo e nessuna traccia che potesse far luce sulla loro scomparsa.

La vicenda si svolge su due piani temporali, il primo è il 1972, quando tre guardiani di un faro su uno scoglio al largo della Cornovaglia svaniscono senza lasciare tracce né alcun indizio utile a risolvere il mistero; nel secondo, vent’anni dopo, uno scrittore di romanzi marinareschi, interessato alla vicenda, si reca a intervistare le mogli dei tre guardiani scomparsi.

Quello che è accaduto nel faro, appare come il classico delitto della stanza chiusa, i tre guardiani svaniti, un faro impossibile da raggiungere o da lasciare a causa delle condizioni del tempo e di un approdo particolarmente difficoltoso. La porta di metallo, capace di resistere alla forza delle onde è chiusa dall’interno e dentro il faro la tavola è apparecchiata per la colazione, sembra tutto normale, tranne gli orologi, tutti fermi alla stessa ora.

La storia è narrata sia dal punto di vista dei tre guardiani, sia da quello delle due mogli e della compagna del più giovane dei tre.

Nonostante l’atmosfera inquietante e misteriosa, il fulcro del romanzo sono i rapporti interpersonali, quelli fra le tre donne che non si parlano ormai da quasi vent’anni, quelli dei tre guardiani fra loro e con le loro compagne. I caratteri dei personaggi sono vividi e realistici, la tensione fra i tre uomini immersi nell’atmosfera misteriosa del faro è palpabile. La monotonia della vita nella torre frustata dalle intemperie e perennemente battuta dalle onde è allo stesso tempo rassicurante e ossessionante per i tre guardiani.

Le tre mogli hanno tutte elaborato il lutto in modo diverso, razionalizzando o, al contrario, abbracciando l’irrazionale. Ognuna di esse dapprincipio è restia a parlare con lo scrittore, ma poi accetta, più per liberarsi da quanto tenuto dentro per vent’anni che nella speranza di arrivare alla soluzione del mistero.

Ognuna di esse infatti ha dei segreti, così come li avevano i tre uomini. Segreti che gravavano sulle loro vite e che continuano a riverberarsi nei silenzi fra le tre donne che per vent’anni hanno tenuto tutto dentro di sé e finalmente hanno trovato il modo per raccontare ciò che non hanno mai osato rivelare. E sono proprio i segreti, il non detto che grava sulle vite dei personaggi, il fulcro per comprendere le azioni, il carattere e i pensieri dei tre uomini e delle tre donne.

Eventi misteriosi si alternano alla banalità quotidiana, senza mai rivelare se il soprannaturale sia reale o solo percepito. Anche la spiegazione razionale del mistero è strettamente intrecciata ad una sovrannaturale.

Il faro è in un certo modo uno spazio liminale, al confine fra il mare e la terra appartiene a entrambi i mondi; da una parte indica la terra per chi viene dal mare, dall’altra indica, a chi viene da terra, la presenza del mare, con tutto il suo carico di misteri. Allo stesso modo sembra che la soluzione del mistero non possa essere totalmente razionale o completamente irrazionale, il faro appartiene a entrambe le realtà e così la spiegazione della sparizione dei tre guardiani è a metà strada fra il reale e sovrannaturale.

I dettagli rivelati un po’ alla volta catturano il lettore, avvolgendolo in un’atmosfera sospesa e coinvolgente che rende difficile abbandonare la lettura. Ottimamente scritto, sempre al limite fra il realismo del quotidiano e un sovrannaturale allo stesso tempo inquietante e poetico, è un nuovo imperdibile frammento di quell’infinito mosaico di storie sui fari e i loro abitanti.



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