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I libri che non possono essere stampati

Editions At Play è una nuova iniziativa di google che si presenta con questo slogan: “Editions At Play is a bookstore for books that cannot be printed.” Libri che non possono essere stampati. Mi vengono subito in mente due domande. La prima è se si 

Il Colonnello Ramirez

Incontrai il Colonnello Ramirez quando era ancora un qualsiasi meccanico che lavorava in una delle tante officine nei pressi del porto. Nessuno immaginava cosa sarebbe diventato nel giro di alcuni anni e nessuno avrebbe potuto prevederlo. A quel tempo non si chiamava nemmeno Ramirez e 

Rosa Hernandez e lo spazio tempo

Rosa Hernandez aveva una certezza nella vita. A novantotto anni era sicura di aver fatto tutto quello che aveva da fare. Aveva allevato sei figli e li aveva aiutati ad allevare i nipoti e perfino i pronipoti. Aveva accudito suo marito per tutti gli anni del loro matrimonio, finché lui non era morto, cinque anni prima. Aveva sempre pregato e perfino ora non scordava mai di accendere ogni mattina una candela davanti alla stampa di Nostra Signora di Gudalaupe che teneva in soggiorno. Era soddisfatta della sua vita e sapeva che un giorno, presto, l’Arcangelo Gabriele si sarebbe presentato per portarla via. Sapeva che sarebbe stato l’Arcangelo Gabriele perché da sempre si rivolgeva a lui nelle preghiere per farle arrivare a Dio, fin da bambina, quando un’anziana del paese le aveva regalato un santino dell’Arcangelo che lei teneva ancora con se.
Non fu quindi troppo sorpresa quando un giorno sentì un lieve bussare alla porta della biblioteca di suo marito. Non era una vera biblioteca in realtà, ma era stata la stanza preferita di suo marito, con una comoda poltrona e due scaffali zeppi di libri, i suoi amati libri. Era stato un lettore accanito e quella era la sua stanza, dove si rifugiava tranquillo per dedicarsi alla lettura. Da quando lui era morto la teneva chiusa a chiave, non voleva che qualcuno dei pronipoti vi caracollasse dentro e mettesse tutto soqquadro.
Certo non riusciva a immaginarsi il motivo per cui l’Arcangelo Gabriele dovesse arrivare da una stanza chiusa piuttosto che dalla porta principale o da una finestra, ma non bisogna mai mettere in discussione i disegni del Signore. Continue reading Rosa Hernandez e lo spazio tempo

Editori, agenti e scrittori

Conosco diversi scrittori (e scrittrici). Me ne sono reso conto in questi giorni, prima non avevo mai fatto il conto di quante, fra le persone che conosco, scrivessero. Alcuni hanno pubblicato uno o più libri, romanzi o saggi, altri qualche racconto, altri pubblicano solo on 

Cortés

Le patatas bravas mi bruciano la lingua. Ingurgito un sorso di birra per smorzare la sensazione provocata dalla temperatura e dalla piccantezza. Alzo lo sguardo e controllo che lui sia ancora in vista. Questa volta mi è capitato un lavoro di tutto riposo. Strano, ma 

Guerra chimica

Usarono i gas. Anche noi li usammo. Da entrambe le parti iniziarono a piovere bombe cariche delle peggiori schifezze. Gas lacrimogeno, cloro, iprite. Dopo settimane nelle trincee, immersi nel fango, nell’interminabile attesa del proiettile che ti ammazzerà, affronti quasi con sollievo il momento di andare all’assalto. Se sei fortunato puoi perfino cavartela e se sei davvero fortunato ti beccherai subito un proiettile in fronte o nel cuore che metterà fine a questa merda. Almeno per te.
Ma i gas sono un’altra cosa. Si insinuano nella nebbia che grava perennemente su questa terra di nessuno, non li vedi, te ne accorgi solo quando è tardi e stai già sputando i polmoni, ripiegato su te stesso come un pugno chiuso, o quando la pelle si lacera in orribili piaghe infette.
Ci fecero indossare le maschere antigas e ci mandarono all’attacco, appesantiti da mantelli cerati. Dovevamo proteggerci dai gas dei nemici, ci dissero. Non ci dissero però che in caso di necessità avremmo usato i gas anche noi. Noi. L’unico gas che usavamo noi carne da macello era quello delle nostre scoregge. Anche il nostro schieramento aveva i gas e li usava contro i nemici. Ma cosa succede quando i nemici sono troppo vicini? Non persero tempo a domandarselo e quando i nemici attaccarono li bombardarono coi gas. Proprio nello stesso momento in cui noi attaccavamo, sotto il bombardamento dei loro gas. Continue reading Guerra chimica

Nonna

“Signorina? Si sente bene?” Un ragazzo, sbucato da uno degli scaffali della libreria, mi si era avvicinato e mi fissava. Mi accorsi di avere gli occhi velati di lacrime. La sua voce premurosa e l’espressione preoccupata furono dei catalizzatori. “Sto bene.” avrei voluto rispondere, invece 

Il mondo d’oro

“Il mondo è d’oro. Ed è meraviglioso.” Furono le mie ultime parole. Steli d’erba inondati dalla luce dorata del tramonto riempivano il mio campo visivo. Poi più nulla. La vita mi era sfuggita dal petto scivolando lungo la lucida lama d’acciaio che me l’aveva squarciato, 

Gente famosa

Sapete quando vi dicono che un famoso musicista si è messo a suonare dentro la metropolitana e nessuno l’ha riconosciuto?
Ecco, è una cosa che mi ha sempre dato da pensare. Innanzitutto è una fortuna che io viva in una piccola città in cui non c’è la metropolitana. Quando mi trovo in una grande città e prendo il metrò osservo sempre con attenzione i musicisti. Tutti. Perché non si sa mai, potrei passare accanto a uno dei miei musicisti preferiti e non accorgermene. E allora mi fermo, sto lì un po’ ad ascoltare, probabilmente li guardo con troppa attenzione. È che non è mica facile capire se uno magari è truccato, potrebbe avere la barba finta, i capelli tinti o cose del genere.
Una volta ero convinto di aver visto Bruce Springsteen. Cazzo, mi sono detto, quello è il Boss, è proprio lui. Mi davo delle manate sulle cosce dalla contentezza e saltellavo li davanti a questo tizio con la chitarra. Cazzo gli ho detto, ti ho beccato. Sei Springsteen. Lui mi guardava, un po’ preoccupato a dire il vero. Gli ho chiesto l’autografo, lui mi ha chiesto i soldi per un panino. Gliel’ho dati, mi pareva che un autografo del Boss valesse un panino. A un certo punto una ragazza si è fermata ad ascoltare. Continue reading Gente famosa

Al pub

«Pazzi.» La voce proveniva da uno degli avventori aggrappati al bancone impegnati a scrutare il proprio boccale di birra, ma era difficile individuare chi. Un uomo massiccio con un giaccone di lana si raddrizzò sullo sgabello, il volto largo era contornato da un groviglio di