Al pub

«Pazzi.» La voce proveniva da uno degli avventori aggrappati al bancone impegnati a scrutare il proprio boccale di birra, ma era difficile individuare chi.
Un uomo massiccio con un giaccone di lana si raddrizzò sullo sgabello, il volto largo era contornato da un groviglio di barba e baffi scuri, appena chiazzati di grigio. Non avrei scommesso un penny su di lui se mi avessero chiesto di indovinare chi aveva parlato, non sembrava nemmeno avere una bocca. L’uomo prese una pipa, la caricò con gesti lenti, pressò il tabacco con cura, l’accese e se la infilò con sicurezza in mezzo a quel cespuglio di pelo, segno che una bocca, da qualche parte doveva esserci.
«Quei cittadini intendo. Li avete visti anche voi no?» si tolse la pipa di bocca e fece un ampio gesto rivolto a tutto il pub. «Sono alcuni giorni che se ne vanno in giro a curiosare e a far domande.»
Nessuno rispose, ma parecchie teste si girarono verso di lui. Dovette considerarlo un incoraggiamento sufficiente perché subito riprese. «Forse qui da voi non sono ancora passati, ma su dalle nostre parti continuavano a fare avanti e indietro per tutto il paese e si fermavano a parlare con tutti. Dicevano di essere dell’università. Uno pensa che all’università stiano lì a studiare e a pensare, invece questi se ne andavano in giro a perdere tempo. E a farcelo perdere anche a noi.»
Appoggiò la pipa sul bancone, si frugò nelle tasche, tirò fuori un fiammifero e lo appoggiò accanto alla pipa. Accarezzò il bancone con aria pensierosa e fece un cenno al barista per farsi portare un’altra birra. Bevve qualche sorso immergendo i suoi folti baffi nella schiuma che traboccava dal boccale. Rimise la pipa in bocca, sfregò il fiammifero sul bancone e lo conficcò nel tabacco aspirando con forza.
«Facevano domande sulle fate e cose del genere.» riprese, giusto in tempo per ricatturare l’attenzione proprio quando ognuno aveva ripreso le proprie occupazioni e il filo dei propri pensieri. «Dicevano che era per una ricerca. Non so cosa stessero ricercando, ma a me sembra che stessero solo perdendo tempo. Chiedevano se avevamo mai visto i folletti o parlato con creature magiche.»
Tolse la pipa di bocca e indicò un quadro appeso a una delle pareti del pub. Raffigurava una fata seduta sulla riva di un fiume. «Credevano che noi di campagna fossimo tutti degli sciocchi.» Rise. «Volevano prenderci in giro con le loro domande, farci fare la figura degli stupidi.»
Fece alcuni vigorosi tiri di pipa. «Credi agli gnomi? – mi hanno chiesto.» Fece una gran risata e si batté una manata su una coscia. «Credere agli gnomi io? Mi avevano preso per un povero fesso. Come si fa a credere agli gnomi?»
Scosse la testa.
«Nessuno crede agli gnomi, a meno che non sia uno stupido. Lo sanno tutti che gli gnomi sono dei gran bugiardi.»

Libero Seleni



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