Si gettò a terra appena in tempo. Una scarica di proiettili seminò di crateri il muro dietro di lui, esattamente dove, pochi istanti prima, si trovava la sua testa. Ricaricò il fucile, contò fino a dieci, saltò in piedi e si lanciò in una folle corsa in avanti verso il riparo più vicino. Per un istante intravvide la divisa grigia di un nemico, un cecchino. Si sporse con prudenza, nessuno in vista. Quel bastardo stava aspettando al sicuro che lui si facesse vedere per freddarlo senza fatica. Si asciugò le mani sui pantaloni, il sudore gliele rendeva scivolose e faticava a stringere il joystick.
«Ancora con quel videogioco? Cazzo Billy, quando è troppo è troppo. Dai vieni fuori, stiamo andando tutti al lago.»
Mise in pausa e guardò in su. Matthew era entrato in camera e stava giocherellando con uno dei suoi personaggi di Wolves’ World.
«Fai piano con quello lì ti prego, il colore è ancora fresco.»
«Ok, ok.» Matthew posò il modellino sulla scrivania e alzò le braccia in segno di resa. «Senti, lo sai che piacciono anche a me i videogame. Ma tu non ti molli più da lì. Adesso vieni con noi, prendiamo le bici e andiamo al lago o ti stacco la corrente. È una giornata fantastica.»
Billy sospirò. «Parli come mia madre.»
«Beh allora forse tua madre ha ragione. Dai forza, tanto quando torniamo il tuo nemico sarà ancora nella stessa posizione, lo sai benissimo. Avrai tutto il tempo di fargli saltare le cervella.» Continue reading Il cecchino