Faune – il fascino della mutazione

Faune – il fascino della mutazione

Faune è un’opera d’esordio decisamente interessante. L’autrice Christiane Vadnais, canadese, scrive in francese ed è stata tradotta da Piernicola D’Ortona per Codice Edizioni. La storia si colloca all’incrocio fra vari generi (o sottogeneri): fantascienza post apocalittica, weird, climate-fiction; prende un po’ da ognuno di essi per costruire una narrazione molto particolare sia nel contenuto che nella forma.

È un romanzo a più voci, costituito da una serie di racconti auto conclusivi che creano però una narrazione unica e interconnessa. Questa forma frammentata e allo stesso tempo unitaria è perfetta per raccontare un mondo anch’esso frammentato, ma che costituisce un unico.

Alla base del romanzo vi è una natura in trasformazione, argomento tipico della climate-fiction, ma siamo lontani sia dalle distopie catastrofiche sia dalle visioni utopistiche di certo solarpunk. La natura, con le sue mutazioni, è un iperoggetto1 e come tale conoscibile solo tramite visioni frammentarie. Ogni racconto restituisce una parte del tutto, un frammento, che non ne è però distaccato, ne rimane parte integrante ed è solo la visione limitata di chi guarda che non è in grado di percepire la totalità

La foresta raccontata da Christiane Vadnais ricorda l’Area X della trilogia di VanderMeer, che si rifà a sua volta alla “zona” degli Strugackij in Picnic sul ciglio della strada e alla foresta de La chiocciola sul pendio. Ma, a differenza di quelle, qui non ci sono umani che penetrano in un ambiente altro, è la normalità che muta in qualcosa di altro. Il danno ecologico prodotto dall’umanità è una forza che trasforma il mondo familiare e quotidiano; la città, lo zoo, una spa in mezzo al bosco, un laboratorio di biologia, assumono una nuova natura, più inquietante, onirica, indefinita. Ma il cambiamento dell’ambiente porta a una mutazione dei corpi e delle menti, Vadnais ci racconta un cambiamento che non avviene solamente accanto agli umani, ma soprattutto dentro di essi, un cambiamento che sfuma le differenze fra umani e animali.

Le due citazioni in testa la romanzo anticipano e chiarificano il precorso della narrazione. La prima, di Albert Einstein dice: “Mi sento così solidale con tutto il vivente che non m’importa sapere dove inizia e finisce l’individuo.” ed è una delle due chiavi di lettura, la seconda è un proverbio latino:  “I tempi cambiano, e noi cambiamo con loro.”

Combinate assieme conducono al senso delle storie raccontate da Vadnais, narrazioni in cui i confini fra uomo e natura sfumano, a causa dei cambiamenti che l’uomo stesso ha imposto al mondo e che il mondo ci restituisce, costringendo l’umanità a cambiare a sua volta. Non sono solo i tempi che cambiano, ma è la natura stessa, natura di cui gli umani sono parte integrante, non più esterni e in continua lotta contro di essa, ma piuttosto anelli di un ecosistema che non dominano.

“Come i loro antenati preistorici, di notte gli esseri umani del nostro tempo sognano epici combattimenti contro gli animali.

Perché dai sogni giunga la sopravvivenza della specie, dovremo tornare a tempi più selvaggi.”

Con questa introduzione si apre la narrazione suddivisa in dieci racconti/capitoli ognuno con un titolo in latino, la lingua usata dai naturalisti di tutto il mondo, come la biologa Laura, protagonista di alcuni dei racconti, per classificare le specie viventi.

 Ma a Shivering Heights, una zona di foreste e laghi vicina al circolo polare, le specie viventi non sono più classificabili con i parametri finora usati. L’acqua del fiume è contaminata, vi sono strani parassiti che infestano chiunque la beva. “Corre voce che nei boschi di Shivering Heights le specie si diradano, alcune muoiono mentre altre si adattano a una velocità accelerata.”  e così “Ciò che un tempo era nominato, classificato, ordinato in diverse branche e sottobranche, ora risulta sconosciuto.”

La foresta, il fiume, il lago, su cui è sorta una bizzarra città galleggiante, sono abitate da esseri non del tutto umani e da animali che per adattarsi al cambiamento assumono caratteristiche ibride e comportamenti nuovi. La narrazione, frammentaria e onirica, in molti casi suggerisce più che spiegare, si arrende alla forza incomprensibile e inclassificabile delle mutazioni, così come Laura, la biologa, si arrende alle trasformazioni degli esseri viventi che sfuggono alle classificazioni abituali.

La lotta per imporre la razionalità umana è finita, ma a differenza di quanto accade in quasi tutta la climate-fiction, qui la vittoria della natura non è vista come una sconfitta degli esseri umani, quanto come un’accettazione  di una realtà nuova.  

“Al suo fianco, sul ramo, striscia un bruco. Talvolta, quando adocchia esseri sconosciuti, un vecchio desiderio la prende: nominare. Classificare il vivente. Ma ormai opta in genere per la contemplazione, così fissa con curiosità i riflessi iridati di quella larva soffice, che si muove con ampie oscillazioni.
La vecchia materia, ricomposta secondo configurazioni inedite.
Tutt’attorno si dispiega un mondo nuovo, con i suoi furori, le sue violenze, le sue bellezze”

La natura violenta e scatenata porta con sé bellezza e pace se si sa accettare la nuova realtà, così come fa Kerans de Il mondo sommerso di Ballard che a differenza degli altri personaggi (e dei protagonisti di molti romanzi post-apocalittici) non combatte il cambiamento del mondo ma lo accoglie pienamente in sé.

Ai personaggi di Faune si possono applicare alla perfezione le medesime considerazioni fatte da Jim Clark su quelli de Il mondo sommerso e de La Foresta di cristallo. Dice Jim Clark nel saggio “Reading Climate Change in J.G. Ballard”: “I protagonisti solitari di Ballard attraversano stati liminali, spesso tanto psicologici quanto fisici, in cui la civiltà si ritira al rango di memoria e l’esistenza viene dominata e definita dall’ambiente”

Anche in Faune è l’ambiente che con le sue trasformazioni ridefinisce la natura stessa degli esseri umani.

 



  1. Oggetto o evento le cui enormi dimensioni spaziali e temporali, congiunte alla pluralità di forme con cui si manifesta, lo rendono non direttamente esperibile come unicità concreta (l’esempio tipico è il riscaldamento globale o, più in generale, il cambiamento climatico). (https://www.treccani.it/vocabolario/neo-iperoggetto_(Neologismi)/) ↩︎
 



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