L’uomo con il cappuccio
Di solito non scrivo di cronaca, di attualità o di politica, anche se questi elementi possono essere presenti nei miei racconti, ma questa volta sento il bisogno di fare qualche riflessione su un fatto che potrebbe avere conseguenze epocali (anche se cercheranno in tutti i modi di smorzarne l’impatto) e rifletto meglio scrivendo.
Voglio fare una piccola premessa che servirà più tardi. Tenetela a mente. Premetto che sono contrario alla violenza, sono caratterialmente portato alla mediazione, non credo che i conflitti vadano gestiti con la forza, ma con il ragionamento. Ma andiamo avanti.
La notizia di cui parlo è l’esecuzione del CEO di UnitedHealth.
Brian Thomson era il CEO di UnitedHealth, una compagnia assicurativa specializzata in assicurazioni sanitarie. Una compagnia che fa soldi a palate, una di quelle compagnie a cui milioni di persone versano soldi continuamente nella speranza di non averne mai bisogno, ma sempre con la speranza di poter usufruire di cure mediche qualora ne avessero necessità.
Non ho informazioni di prima mano, per cui mi devo basare su quanto ho letto, sperando che le informazioni siano esatte.
Ci sono due elementi principali su cui vorrei porre l’attenzione, due cose lette su articoli di giornale, mi auguro che siano notizie verificate dai giornalisti che le hanno riportate.
La prima dice che il software basato su un Intelligenza Artificiale utilizzato da UnitedHealth per decidere se accettare o negare le richieste di pagamenti aveva (e ha) un tasso di errore del 90%.
Già qui ci sono parecchi punti da chiarire. Un software, per quanto ben fatto sia, può chiaramente sbagliare. Certo un margine di errore del 90% è un po’ alto (per dirla con un eufemismo), ma di questo mi occuperò dopo, prima vorrei soffermarmi sul tipo di errore. Se in questo 90% di casi di errore la metà significasse che vengono negati i rimborsi a chi ne ha diritto, ma nell’altra metà dei casi vengono dati rimborsi a chi non avrebbe diritto direi che è un software di merda, ma che si tratta effettivamente di errore. Da quanto capisco però non è così. Tutti questi errori sono in una sola direzione, quella di negare il rimborso a chi ne avrebbe diritto. E questo mi fa sospettare che non sia proprio un errore involontario.
Vediamo la percentuale di errore. Anche un idiota, con mezza giornata di studio e Visual Basic potrebbe scrivere un software con percentuale di errore minore di quella. Io potrei farlo in 5 minuti, pur non essendo un programmatore esperto. Ma non servirebbe nemmeno un software, basterebbe lanciare in aria una moneta. Testa si rimborsa, croce non si rimborsa. Percentuale di errore del 50%. Ecco quindi che un semplice software che simulasse il lancio di una moneta funzionerebbe meglio del sistema usato da UnitedHealth.
Testa o croce funzionerebbe meglio del software usato da UnitedHealth!
A questo punto mi viene proprio da pensare che non si tratti di errore, ma di una scelta consapevole, anche perché l’articolo in cui ho letto questa notizia riportava che i vertici di UnitedHealth erano a conoscenza di questo fatto.
Secondo elemento. Si diceva che la traccia porta a qualcuno a cui è stato negato un rimborso, il che restringeva il campo di indagine a circa 50 milioni di persone. Ora, io spero che qui l’articolo non fosse preciso, che intendesse dire che il numero di assicurasti presso UnitedHealth è di circa 50 milioni di persone, non che sono stati negati rimborsi a 50 milioni di persone che hanno pagato magari per anni l’assicurazione.
Facciamo comunque qualche rapido calcolo. Supponiamo che 50 milioni si riferisca al numero di assicurati. Diciamo che di questi più della metà paga l’assicurazione, ma non ne ha bisogno, diciamo 30 milioni di persone.
Ci restano 20 milioni di persone che hanno chiesto un rimborso. Visto il margine di errore del 90%, possiamo calcolare che solo il 10% di questi 20 milioni ha ricevuto il rimborso, che è stato quindi negato a 18 milioni di persone.
Probabilmente non tutti hanno richiesto il rimborso per cure vitali, sicuramente una parte avrà chiesto il rimborso per cure di altro genere, a cui aveva sicuramente diritto, ma non di importanza vitale. Posso immaginare che per far sorgere la rabbia e la determinazione necessarie per uccidere una persona debba essere successo qualcosa di molto grave. Anche negli USA, in cui le armi e la violenza sono percepite come una cosa comune e non troppo negativa, trovo difficile immaginare qualcuno imbracciare un fucile perché non gli viene pagata l’aspirina.
Quindi dividiamo la cifra in due. Restano 9 milioni di persone.
Nove milioni di persone che avevano diritto a cure vitali e a cui sono state negate.
Non persone che non sono state curate perché non avevano un’assicurazione (situazione che abbiamo imparato a conoscere dalle serie TV e dai film americani), ma persone che l’assicurazione ce l’avevano, l’avevano pagata regolarmente, magari per molti anni. Persone che avrebbero fatto meglio a tenersi quei soldi sotto il materasso per tirarli fuori in caso di necessità.
Io non so se le notizie che ho riportato siano corrette, non so se i miei calcoli siano attendibili o meno, ma per fare una breve riflessione credo possano andare.
Teniamo a mente quella cifra di nove milioni, nove milioni di persone.
Come chiamereste qualcuno che fosse riuscito a uccidere Hitler? Secondo l’Enciclopedia del’Olocausto, nella Germania Nazista sono stati uccisi circa 6 milioni di ebrei.
Hitler è considerato il più grande criminale della storia. Ma nemmeno lui è riuscito a raggiungere le vette di un CEO di una compagnia assicurativa.
Mi direte che Thomson non ha ucciso direttamente quelle persone, ma non l’ha fatto nemmeno Hitler. E Hitler aveva un’ideale, folle e malvagio, ma ce l’aveva. I CEO hanno come unico ideale i soldi.
Ma lasciamo perdere i calcoli sul numero di persone, dimentichiamo i 9 milioni, pensiamo che siano state “solo” mille persone, o cento. Ma anche dieci. Dieci persone che avevano diritto ad essere curate, non solamente perché qualsiasi essere umano dovrebbe avere questo diritto, a prescindere da qualsiasi variabile di stato sociale, ricchezza, razza religione o altro. Dieci persone che avevano diritto a quelle cure perché le avevano pagate, ne avevano diritto anche in un sistema capitalistico per cui la persona in sé non vale nulla.
E allora chi è uno che uccide consapevolmente dieci persone per il proprio tornaconto personale? Non lo si può nemmeno definire un serial killer psicopatico, non uccide per “divertimento”, uccide per soldi. Anche fossero solo dieci le persone a cui sono state negate le cure a cui avevano diritto, sono dieci persone uccise da Thompson e dal consiglio d’amministrazione di UnitedHealth. Ho letto che Thompson era accusato di truffa, ma l’accusa corretta non è truffa, è strage.
Non se l’uomo con il cappuccio si chiami Robin, ma è un nome che potrebbe adattarsi bene.
Non so se lo cattureranno mai, sicuramente troveranno un capro espiatorio. Cattureranno qualcuno, diranno che è il colpevole, lo dipingeranno come un folle criminale, uno psicopatico. Anzi probabilmente lo uccideranno con qualche scusa, una sparatoria, un tentativo di fuga, resistenza, qualsiasi cosa.
Perché far parlare una persona così sarebbe estremamente pericoloso. Se il colpevole è l’uomo che sorride che si vede nelle foto diffuse sul WEB sta già catturando troppa simpatia per lasciarlo parlare.
Cosa accadrebbe se raccontasse di aver perso una figlia o un figlio per colpa dell’assicurazione che non ha pagato le cure? O magari la fidanzata, la moglie, un genitore o un fratello, una sorella. Una persona che amava.
Meglio metterlo a tacere, screditarlo ,farlo apparire come un mostro.
Ma è davvero un mostro e un assassino o è piuttosto… non vorrei dirlo, ma, come chiamiamo quelli che i mostri li combattono?