Autore: libero

e allora?

e allora?

«Io non ti amo» «E allora? Io amo te» William Somerset Maugham Si ritorce nella mia mente… ritorna, ritorna sempre, si sovrappone agli altri pensieri, si accavalla ad essi, li spinge via, con la delicatezza di un alito di vento  e la forza inarrestabile della 

solo

solo

Ho camminato solo sulla riva di oceani disseccati ho camminato solo lungo i sentieri della via lattea ho camminato, solo Ho camminato solo fra le lacrime e le risate ho camminato solo sulle affilate lame della vita ho camminato, solo Ho camminato solo in ogni 

wild side

wild side

Try to forget me
I will try to forgive you
I am the worst part of you
I am your wild side
I am your wild side

Sitting on the grass
under a wicked* half moon
I’ll look for your eyes
Walking hidden in snow
whispering words in the wind
I will call your heart and your mind

For eons I can wait
buried deep inside you
I am the best part of you
I am your wild side
I am your wild side

Sonny O
[inedito] – 2012

*wicked è usato qui in modo ambivalente con significato di malvagio o bellissimo così come la luna mezza che è metà luminosa e metà oscura

(trascritta a memoria, eventuali errori e imprecisioni sono da attribuire al sottoscritto e non all’autore)

in primo luogo

ho camminato su un alito di vento so dove devo andare ho corso nelle tempeste ma non so dov’è Sonny O luoghi – [2012]

linee

linee

La lama scivolava leggera sulla pelle, una carezza d’acciaio, quasi con dolcezza. Osservavo affascinato il delinearsi di un’ esile traccia rossa che, come labbra che si dischiudono per un bacio, si allargava liquida riflettendosi in quella metallica e affilata lucidità.

le porte

le porte

Fui io il primo ad accorgermi della sua scomparsa. Conoscendolo intimamente sono certo che abbia inscenato tutto per potersene andare da una vita che iniziava a considerare insopportabile e ritrovare quella libertà che aveva barattato in cambio del successo, anche se ammetto che dopo tutti questi anni senza alcun segno da parte sua ho ormai perso le speranze di rivederlo.

Fin da piccolo aveva sempre amato disegnare, portava con se ovunque andasse una matita e un libriccino su cui tracciava, quando non aveva a disposizione supporti più adatti, schizzi veloci o elaborati e minuziosi disegni di una complessità rara in un bambino della sua età.

Non ricordava quando avesse iniziato a disegnare porte. Non ricordava nemmeno il perché. Sapeva solo che ad un certo punto le porte avevano iniziato ad affascinarlo. Disegnava porte aperte, chiuse, appena socchiuse che permettevano di sbirciare oltre, ma senza rivelare troppo di ciò che si trovava al di la, disegnava porte di qualsiasi genere. Dapprincipio le porte avevano assorbito completamente la sua attenzione, poi un po’ alla volta aveva compreso che le porte erano significative per ciò che racchiudevano, per quello che stava oltre ed erano diventate così una specie di cornice che delimitava ciò che la sua fantasia gli suggeriva di ritrarre.
Il suo talento nel disegno era indiscutibile, così, pur senza aver compiuto studi regolari nel campo, si ritrovò ad essere considerato un’artista  emergente e le porte che delimitavano e caratterizzavano ogni sua opera erano diventate una cifra stilistica e non più la bizzarria di un ragazzino. Continue reading le porte

lo studente

lo studente

Passava lunghe ore, immobile, davanti allo stretto abbaino della misera stanza in cui viveva in affitto, osservando lo scorcio dei tetti della città mitteleuropea in cui si era trasferito. Forse non osservava nemmeno più, probabilmente all’inizio, qualche anno addietro aveva realmente guardato con interesse il frammento 

nella rete

nella rete

Un po’ in disparte dagli altri maschi rifletteva sul proprio futuro. Come spesso accadeva si sentiva un po’ fuori luogo in mezzo agli altri, non amava i giochi rumorosi dei suoi compagni o almeno non amava spenderci tutto il suo tempo, preferiva trascorrerlo in biblioteca 

il duca

il duca

Percorsi lentamente il corridoio che separava l’ingresso dalla biblioteca. Ad ogni passo sentivo i capelli rizzarmisi sulla testa, lunghi brividi mi percorrevano la spina dorsale, l’adrenalina correva impetuosa nelle mie vene, ogni pelo del corpo sembrava dotato di volontà propria e tutti assieme sembravano essersi accordati per schizzare fuori dalla mia pelle.
Una corrente gelida usciva dalla porta aperta della biblioteca che lasciava intravvedere alti scaffali carichi di libri, intervallati da pannelli di quercia intarsiati con scene di caccia e di battaglia.
Sapevo già cosa avrei trovato, ma questo non mi aiutava a restare calmo come avrei voluto. Bussai lievemente sullo stipite prima di entrare. Lui mi aspettava, in piedi davanti ad uno scaffale con un libro in mano, l’indice infilato fra le pagine per tenere il segno. Grazie al cielo aveva la testa sopra il collo, una cortesia che mi riservava e di cui gli ero sempre grato.
“Buon giorno dottore” – mi salutò gentilmente – “L’ho sentita entrare in casa, si accomodi la prego.”
“Buon giorno Duca” – risposi – ” stava leggendo?”
Era un uomo dall’aspetto fiero, capelli neri e corti così come la barba ben curata, indossava un abbigliamento da caccia che sarebbe stato all’ultima moda nella metà del ‘600. Si sarebbe potuto scambiare per un attore in costume messo li per intrattenere gli eventuali turisti in visita all’antico maniero o per un eccentrico padrone di casa. Ovviamente se non fosse stato semitrasparente, caratteristica che lo qualificava inequivocabilmente come un fantasma. Continue reading il duca

punti di vista

punti di vista

Un segnale sul pannello di controllo richiamò la sua attenzione. Finalmente l’osservatore di seconda classe 097 si era messo in contatto. Il supervisore di terza classe 028 compì l’appropriata sequenza di movimenti per attivare il sistema di comunicazione. “Osservatore di terza classe 097 a rapporto” –