l’orologio

l’orologio

“Dave! Un pacco per te.” “Arrivo, grazie.” rispose alzandosi dalla scrivania. Un corriere stava uscendo dalla porta lasciando il suo collega Paul a fissare con la fronte aggrottata il pacco che si rigirava fra le mani. “Ancora Amazon. Di un po’: che ti prende? Ogni 

show don’t tell

show don’t tell

Wiliam Shaw si alzò, lo fissò negli occhi inarcando le sopracciglia folte e scure, afferrò il manoscritto e lo sbatté sulla scrivania. Don Tellerman spalancò la bocca, quel plico di fogli maltrattati era il suo manoscritto. Quel colpo era uno sparo alla tempia delle sue 

sorrisi

sorrisi

Il suo cuore pulsava all’impazzata, pompando furiosamente si ripercuoteva nella gola, nelle tempie, nei polsi, perfino nei polpastrelli. Camminava rasente al muro guardandosi continuamente attorno con movenze da uccello, rapidi scatti della testa seguiti da istanti di immobile fissità dello sguardo, pronto a cogliere ogni 

le porte

le porte

Fui io il primo ad accorgermi della sua scomparsa. Conoscendolo intimamente sono certo che abbia inscenato tutto per potersene andare da una vita che iniziava a considerare insopportabile e ritrovare quella libertà che aveva barattato in cambio del successo, anche se ammetto che dopo tutti 

lo studente

lo studente

Passava lunghe ore, immobile, davanti allo stretto abbaino della misera stanza in cui viveva in affitto, osservando lo scorcio dei tetti della città mitteleuropea in cui si era trasferito. Forse non osservava nemmeno più, probabilmente all’inizio, qualche anno addietro aveva realmente guardato con interesse il frammento 

nella rete

nella rete

Un po’ in disparte dagli altri maschi rifletteva sul proprio futuro. Come spesso accadeva si sentiva un po’ fuori luogo in mezzo agli altri, non amava i giochi rumorosi dei suoi compagni o almeno non amava spenderci tutto il suo tempo, preferiva trascorrerlo in biblioteca 

il duca

il duca

Percorsi lentamente il corridoio che separava l’ingresso dalla biblioteca. Ad ogni passo sentivo i capelli rizzarmisi sulla testa, lunghi brividi mi percorrevano la spina dorsale, l’adrenalina correva impetuosa nelle mie vene, ogni pelo del corpo sembrava dotato di volontà propria e tutti assieme sembravano essersi 

punti di vista

punti di vista

Un segnale sul pannello di controllo richiamò la sua attenzione. Finalmente l’osservatore di seconda classe 097 si era messo in contatto. Il supervisore di terza classe 028 compì l’appropriata sequenza di movimenti per attivare il sistema di comunicazione. “Osservatore di terza classe 097 a rapporto” – 

la maledizione dell’uomo

la maledizione dell’uomo

Confusione. Paura. Zanne sguainate. Ringhi. Il suo branco. Il suo branco lo stava scacciando. Un muro di zanne luccicanti. Il grosso lupo bianco iniziò a correre. Via. Lontano. Gli odori della foresta erano per lui qualcosa di solido, tangibile, come gli alberi, i sassi, il 

la città

la città

La città era qualcosa di davvero notevole. Non certo per gli edifici in se, tranne uno di cui parlerò più tardi, quanto per la sua forma e per la disposizione delle case. Le case stesse erano praticamente uguali, ad un piano, con una terrazza che